Fr Babu Varghese ci racconta la vita degli uomini senza terra in India Nuova Delhi.

Quando guardi le grandi e sviluppate città indiane, puoi scorgere tra i palazzi nuovi una popolazione di invisibili, persone che non hanno più radici, sono coloro che hanno costruito tutte queste città ma vivono in povertà e privazione. Sono persone che non appartengono a nessun luogo: Nowhere People.

Le città Indiane sono dotate di strutture ultramoderne che competono con qualsiasi città del mondo. Vi possiamo trovare complessi di uffici, centri commerciali, negozi di lusso, appartamenti accoglienti e a molti piani.

 I ricchi hanno la possibilità di scegliere spazi abitativi pieni di confort, lontani dal traffico, dal caos e dall’inquinamento di queste grandi metropoli.

Ma le persone che hanno costruito queste città e che con il proprio lavoro assicurano il buon funzionamento e il benessere di questa fascia di cittadini, vivono dall’altra parte della strada in completa povertà e privazione. Vivono coperti da fogli di latta in quartieri angusti, senza acqua potabile, servizi igienici né luce. La rete fognaria scorre come un canale lungo le strade e le attraversa in superficie. La spazzatura è sparpagliata in tutti gli angoli. Vivono in quartieri bui, senz’aria e talmente maleodoranti  da assomigliare a una stalla.

Questo è ciò che ottengono dopo aver lavorato per anni per costruire le città ultramoderne. Sono gli invisibili dell’India, i senza luogo. Provengono da ogni parte della nazione. Sono stati portati nelle città anni fa da imprenditori edili come manodopera per lavorare nei cantieri. Sono stati impiegati per costruire strade, metropolitane, centri commerciali, uffici e complessi residenziali. Ma una volta completato il lavoro, sono stati lasciati a se stessi.  Dopo essere stati in questo luogo per diversi anni, non hanno più molti legami con la loro terra natale e, allo stesso tempo non appartengono a queste città. Perché non hanno potuto costruire legami sociali e perché il loro stesso lavoro li rende  scomodi agli occhi degli investitori stranieri che vogliono vedere le fiorenti città.

 Non possono tornare indietro non hanno alcun terreno o proprietà su cui ripiegare nei loro luoghi nativi, hanno perso la loro cultura, lingua ed etnia.  Non appartengono a nessun posto sono Invisibili

Mentre lavoravano, non hanno avuto il tempo di crescerei propri figli che venivano lasciati a se stessi tutto il giorno. Infatti i  più colpiti sono proprio loro: i bambini . Perdono tutta la loro infanzia tra i detriti delle costruzioni e la spazzatura. Sono analfabeti, malnutriti e spesso malati, inconsapevoli del vasto mondo pieno di possibilità oltre quel cumulo di immondizia in cui vivono. Crescono analfabeti e non qualificati, in questo modo non hanno prospettive per il futuro e sono pronti per essere assunti come nuova manovalanza a basso costo per il prossimo imprenditore edile che verrà.

La più grande sconfitta di ogni nazione è la perdita dell’infanzia per milioni di bambini e bambine e la perdita della speranza in un futuro migliore di intere generazioni.

Come Salesiani sentiamo forte la chiamata a fare del nostro meglio per offrire a questi bambini dimenticati una possibilità, e grazie al tuo aiuto abbiamo fatto molto, ma ancora molto c’è da fare, aiutaci a non abbandonarli