Foto di Aamir Mohd Khan da Pixabay

L’UNICEF presume che almeno 1,2 milioni di bambini e bambine siano colpiti da questa grave violazione dei diritti umani ogni anno. Durante il periodo del lockdown sono emerse alcune nuove realtà che ci fanno ritenere che il numero di bambini colpiti potrebbe aumentare in modo considerevole a seguito della crisi mondiale dovuta al COVID

Il ruolo di Internet nel traffico e nella tratta dei minorenni negli ultimi anni sta avendo una vera e propria crescita esponenziale. Oggi Internet è presente in modo massivo in tutte le case e gioca un ruolo sempre più importante  in tutte le varie fasi che caratterizzano la tratta di esseri umani sia nei Paesi di origine che in quelli di destinazione.

L’utilizzo dei canali informatici ha facilitato il lavoro dei trafficanti perché ha permesso loro di instaurare contatti diretti tra vittime e sfruttatori, riducendo la visibilità e la tracciatura dei criminali. Secondo un’analisi di EUROPOL i gruppi criminali sono sempre più attivi nell’individuare le proprie vittime in rete ai fini di sfruttamento sessuale attraverso l’uso dei social media e di altre applicazioni di messaggistica istantanea.  Internet ha fornito agli sfruttatori un ambiente in cui possono operare in sicurezza e anonimato. Attraverso la creazione di forum dedicati alla produzione, condivisione e distribuzione di materiale pedo-pornografico infantile che viene scambiato tramite software che consentono la comunicazione anonima e la condivisione di file su Internet. Fin dall’inizio della crisi dovuta alla pandemia, la conseguente imposizione dei lockdown, ha favorito una maggiore presenza nel mondo digitale e ha fatto aumentare fino al 30% la domanda di materiale pedopornografico nell’UE. Perché gli autori di reati sessuali sfruttano questa situazione su Internet in modo mirato per mettersi in contatto con i bambini online.

l’Ufficio delle Nazioni Unite per la droga e il crimine (UNODC), avverte che il crimine organizzato potrebbe beneficiare della crisi, dal momento che famiglie bisognose, che non hanno più alcun reddito a causa della mancanza del lavoro dovuta al lockdown, possono cadere più facilmente vittime delle promesse dei trafficanti e mettono i propri figli a loro disposizione per pochi soldi. I bambini che sono fuggiti dalle proprie famiglie a causa di una crescente violenza domestica e vivono in strada  sono particolarmente a rischio. Divengono facili prede e, se sono già caduti sotto il controllo dei trafficanti di esseri umani, hanno ancora meno possibilità di sfuggire ai loro aguzzini o di ricevere aiuto a causa del lockdown. Allo stesso tempo, falliscono importanti meccanismi di protezione: in molti paesi, scuole, centri giovanili, centri di accoglienza d’emergenza e strutture di aiuto sono chiusi a causa delle misure di contenimento del virus e i fondi per la protezione delle vittime sono ridotti. Mentre dall’altro lato il crimine organizzato,  non si stanca mai di trovare nuovi modi per portare avanti i propri illeciti.

I salesiani operano in collaborazione con diverse associazioni e con i governi locali per contrastare la tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale che ne è una delle forme. Il contrasto alla prostituzione minorile in Sierra Leone, la lotta al fenomeno delle spose bambine in India, la riabilitazione e reinserimento sociale dei bambini soldato in Colombia.

 In ogni parte del mondo i salesiani portano avanti progetti educativi e di reinserimento sociale che possano togliere i giovani dalle maglie della criminalità organizzata offrendo loro la possibilità di costruire il proprio futuro.