La maggior parte dei lavoratori giornalieri stanno fuggendo dalla città di Chennai con le loro famiglie verso i loro villaggi di origine ci dice padre Alphonse Arulanandamdirettore del Don Bosco Surabi. Da quando è stato annunciato il blocco, i lavoratori ospiti nel paese hanno aspettato senza speranza che il governo li aiutasse a raggiungere le loro case. Meglio morire nel nostro paese d’origine che vivere come orfani o disperati qui, dicono.

I più giovani si sono messi in marcia a piedi lungo la via per centinaia e centinaia di Km, ma ora la tendenza sta cambiando: i lavoratori a salario giornaliero stanno rientrando nei loro stati e villaggi di origine insieme a tutta la famiglia. Raccolgono i pochi beni essenziali che hanno in un sacco e si accampano in prossimità delle stazioni in attesa di un treno che li porterà a casa.

Questi uomini che muovevano l’economia del paese con il proprio lavoro nei cantieri, nelle piccole  industrie, nei ristoranti e in molti altri luoghi chiave, si stanno allontanando dal luogo che gli offriva un impiego e gli  garantiva l’unica fonte di reddito con le proprie famiglie al seguito; neonati, bambini e donne in gravidanza. “Abbiamo potuto vedere donne e bambini aspettare disperatamente alla stazione ferroviaria il loro turno per prendere posto sul treno successivo” ci dice padre Alphonse, “molto spesso questo gruppo di donne sono le mogli dei cuochi, degli gli addetti alle pulizie, dei lavoratori edili o dei forni di mattoni, le mogli di quei lavoratori a salario minimo appartenenti al gradino più basso della catena produttiva che muovono, però, l’economia di un Paese.  Queste DONNE sono solo l’ “altro” che accompagna silenziosamente in un fenomeno di mobilità estremamente maschile. Sono un esercito di invisibili in movimento al seguito dei loro uomini”.

Il numero sempre crescente di casi positivi a Chennai  ha costretto tutti a lasciare questa città divenuta improvvisamente un enorme focolaio di infezione con circa  2000 contagiati ogni giorno per un totale di oltre 60.000 casi. Il tasso di mortalità sta iniziando a manifestarsi in grandi numeri. La sola Chennai conta circa l’80% di tutti casi dei casi di positività dell’intero Tamil Nadu. Il governo ha imposto un altro lockdown dal 19 al 30 giugno, sperando di contenere cosi la diffusione nel virus nella comunità.

In questa situazione, la nostra strategia di sostegno alla popolazione sta gradualmente cambiando direzione: continuiamo a fornire cibo e biscotti nutrienti per i lavoratori giornalieri e i loro bambini, che stanno tornando nei loro luoghi di origine, ma stiamo focalizzando il nostro aiuto nell’assistenza agli operatori sanitari in prima linea, ai volontari della comunità e agli infermieri che lavorano tra la popolazione dei bassifondi e nelle aree vulnerabili. Stiamo programmando di fornire pulsossimetri, scanner termici, maschere riutilizzabili e kit di protezione individuale.

Il  personale di Don Bosco Surabi è coinvolto nella distribuzione di pacchetti sanitari per donne e bambini bloccati nella stazione ferroviaria. Aiutaci a donare loro un sorriso

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