Il 26 settembre, dalla sala Benedetto XVI in Vaticano, la Fondazione DON BOSCO NEL MONDO e Misiones Salesianas, procura Salesiana di Madrid, presentano il documentario “Canillitas”.

Sono chiamati canillitas, i bambini che muovono gli stinchi (le gambe) per trovare da vivere con lavori informali, convinti che in questo modo si aiuti la famiglia, si affermi la propria identità e si consegua un riconoscimento sociale.

Il documentario Canillitas diretto da Raúl de la Fuente (vincitore di tre Premi Goya), narra la piaga del lavoro minorile nella Repubblica Dominicana attraverso gli occhi di Edwin, Cristóbal, Moisés, Aquiles, Kioranny e Abril. Le loro sono vicende crude, di povertà, violenza, dissoluzione di nuclei familiari, ma anche storie di rinascita, di speranza, di un nuovo inizio.

Tutti frequentano le scuole del Progetto Canillitas, partecipano ai laboratori manuali e di livellamento scolastico e, soprattutto, tornano ad essere bambini a cui piace correre, giocare e sognare di diventare sportivi, medici, artisti, avvocati. Il processo di trasformazione è in atto e la pedagogia salesiana è efficace e in grado di valorizzare le potenzialità dei ragazzi, rigenerare il tessuto sociale, rivitalizzare le comunità e migliorare la vita dei quartieri più degradati nel mondo, in rete con tutte le agenzie educative presenti nel territorio.

Il documentario rivela a tutti le difficili realtà che noi Salesiani incontriamo in tutto il mondo. La sfida educativa ed evangelica a cui siamo chiamati è altissima, specialmente nelle tante e troppe periferie del mondo, in cui i nostri missionari cercano di aiutare i bambini, i giovani e, attraverso di loro, le loro famiglie, per offrire una speranza e delle opportunità concrete.

La Fondazione DON BOSCO NEL MONDO sostiene i progetti educativi, sociali, di accoglienza e forma-zione dei giovani e delle persone vulnerabili, come “Canillitas con Don Bosco”

“È per noi importante testimoniare, con questo evento, la concretezza della presenza salesiana nel mondo, dice Alberto Rodriguez Mármol, presidente della Fondazione. “Sono circa 15.000 i missionari che ci presentano le loro proposte di progetto per rispondere agli urgenti bisogni dei giovani in 136 Paesi, a cui noi come Fondazione cerchiamo di dare risposta tutti i giorni, con il necessario sostegno economico, morale e di comunicazione verso i nostri donatori e verso l’opinione pubblica”.

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